Karima è una ragazza tunisina, diplomata, sorella di un detenuto del carcere di Bollate. Nel 2023 ha tentato di raggiungere illegalmente l’Italia via mare, senza successo. Voleva provare a trovare lavoro qui. Questa potrebbe essere l’inizio di una storia di disperazione come tante altre. Invece ha avuto un esito imprevedibilmente positivo, perché alcuni detenuti del carcere di Bollate hanno avviato un programma di formazione da remoto apposta per lei.
Un gesto di generosità reso possibile dal fatto che questi detenuti sono stati formati ai mestieri del digitale dalla Cooperativa Sociale Universo. Fondata e guidata da Lorenzo Lento, dal 2000 questa realtà non profit ha creato classi di informatica in diversi penitenziari. I detenuti che hanno superato i corsi hanno ottenuto certificazioni facilmente spendibili sul mercato. Risultato: recidiva zero.
Questo contesto, una combinazione di generosità e tecnologia, ha fatto sì che lo scorso anno Karima abbia terminato brillantemente il corso base Cisco IT Essential: ora sta seguendo il terzo dei tre moduli del programma di formazione on line per conseguire la certificazione CCNA, attestato di grado più elevato che fornisce una vasta gamma di competenze molto richieste dal mercato del lavoro.
Una volta ottenuta questa certificazione, anche Karima potrà svolgere un lavoro altamente qualificato. Soprattutto, questa giovane donna sarà libera di scegliere se rimanere nel suo Paese oppure decidere di andare a lavorare all’estero ma legalmente, perché avrà acquisito competenze certificate richieste in tutto il mondo.
La vicenda di Karima è l’emblema del lavoro di recupero e di sostegno alle donne in carcere svolto dalla Cooperativa Sociale Universo. Lorenzo Lento ha inaugurato nel 2019 presso il carcere di Bollate la prima classe di detenute che studiano per imparare i mestieri del digitale. Da allora sono 26 le studentesse che hanno acquisito la certificazione a Bollate. Ventisei donne alle quali è stata data la possibilità di riprendere in mano la propria vita, usando la tecnologia in modo davvero solidale. Il digitale diventa uno strumento che non solo permette a ogni donna coinvolta di acquisire professionalità e competenze molto richieste: frequentare questi corsi significa
intraprendere un percorso di rinascita, sostenendosi l’una con l’altra, lavorando e studiando in gruppo, diventando un esempio anche per le altre detenute. Dopo Bollate, nel 2022 sono iniziati i corsi anche presso il carcere femminile di Rebibbia, dove finora 20 detenute hanno completato il percorso. Tra loro vi è Rania, una donna spagnola che ha avuto l’onore di aver ricevuto la lavanda dei piedi da papa Francesco in occasione della liturgia del Giovedì Santo 2024. Un gesto di attenzione e di generosità che ha confermato in Rania il desiderio di cambiare, di lasciarsi alle spalle la vita di prima. Sulla scia del suo esempio, attualmente a Rebibbia sono sedici le studentesse che stanno seguendo i corsi della Cooperativa Universo: Dolores, Rania, Alessandra, Braulina, Donatella, Julieta, Isabel, Ana Cristina, Fatima, Federica, Yevheniya, Giorgia, Assia, Lara, Morzula, Dorota. Hanno tra i diciotto e i cinquant’anni, sono detenute per spaccio, furto o omicidio, la maggior parte di loro ha solo la terza media. Le lezioni in presenza le tiene Lorenzo Lento.
Gli altri docenti certificati per poter insegnare sono sempre i detenuti del carcere di Bollate. Sono gli stessi che stanno aiutando Karima e che hanno deciso di formare da remoto anche Muskan, Rabia e Hamza, tre ragazze ventenni pakistane. Appassionate di informatica, nel loro Paese non hanno accesso agli studi e comunque non potrebbero sostenere il costo del corso. Grazie all’iniziativa di un loro parente detenuto a Bollate è nato anche questo progetto, che offre a queste ragazze un’alternativa a un destino già scritto: sposarsi, fare figli e rimanere in casa. Le lezioni per Muskan, Rabia e Hamza si tengono la domenica mattina alle 11, le 16 ora del Pakistan. Il corso è iniziato da quattro mesi, le ragazze partecipano attivamente alle lezioni, che dureranno almeno un anno. Come mi ha fatto notare Gianmatteo Manghi, ceo di Cisco Italia, partner della Cooperativa Sociale Universo, questo 8 marzo ci consegna storie di speranza e di generosità tra uomini e donne, dal luogo dal quale meno te le aspetti: il carcere. Perché nessun essere umano è definito dalla sua colpa una volta per sempre e la tecnologia, se ben usata, offre una straordinaria opportunità di riscatto.
Antonio Palmieri, Avvenire 12 marzo 2025