Un modo di fare impresa che abbia un impatto positivo sulla vita delle persone, dell’ambiente e della società è utile e importante. Per tutto il sistema economico. Ne parliamo con Paolo Landoni, fondatore della comunità no-profit Social Innovation Teams e del centro di ricerca Social Innovation Monitor
“Quando si crede veramente in una teoria o in un’idea è naturale volerla vedere dimostrata e applicata. Più di 10 anni fa ho capito che stavamo andando nella direzione sbagliata in termini sociali e ambientali e che non potevo limitarmi a fare ricerca e formazione. Per questo ho voluto impegnarmi anche in termini operativi: così è nata SIT – Social Innovation Teams.“
Paolo Landoni, lei è professore di Imprenditorialità e Innovazione al Politecnico di Torino e in diverse Business School e Co-direttore dell’International Master in Industrial Management (IMIM). Cosa intende con impegnarsi “in termini operativi”?
Studiare e parlare di imprenditorialità sociale, o meglio ancora pro-sociale, cioè di un modo di fare impresa che abbia un impatto positivo sulla vita delle persone, dell’ambiente e della società è utile e importante, specialmente quando hai l’opportunità di farlo con i giovani, come capita a me in università…
Tuttavia…
Tuttavia, quando ho fondato SIT il tema era ancora molto di nicchia, si parlava ancora quasi solo (e poco) di Corporate Social Responsibility (CSR). Quasi nessuno parlava di innovazione sociale e imprenditorialità sociale. Volevo provare a dare una mano concreta in questo senso, inizialmente in particolare nei paesi a basso reddito che avevo già provato ad aiutare precedentemente con la Cooperazione Internazionale. Pensavo e penso che l’impatto sociale maggiore si possa avere con l’innovazione sociale e l’imprenditorialità sociale. Così è nata Social Innovation Teams, comunità non profit composta da persone e organizzazioni impegnate nella creazione e nella promozione di progetti di innovazione e imprenditorialità che generano un impatto positivo.
Ho letto nel vostro sito che l’obiettivo della comunità è promuovere un nuovo modello economico, più giusto per la società e l’ambiente. In che modo operate, concretamente?
Negli anni scorsi abbiamo fatto molta informazione e divulgazione per creare più consapevolezza, oggi per fortuna c’è meno bisogno di questo e agiamo su più livelli. Innanzi tutto, selezioniamo startup e progetti che vogliano creare prodotti o servizi che stanno sul mercato, ma con un approccio finalizzato a creare valore sociale, nel segno della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Chi ha un progetto di questo tipo lo può segnalare tramite il nostro sito e iniziare un processo di valutazione che comprende anche un’analisi delle motivazioni e dell’approccio etico.
A questo punto voi sostenete i progetti con le caratteristiche giuste con una serie di supporti operativi. Giusto?
Si, supportiamo dalle fasi veramente iniziali di definizione dell’offerta di valore, al test del modello di business, alla ricerca dei migliori investitori. Riusciamo a farlo grazie a un insieme di persone e organizzazioni che abbiamo aggregato nel corso del tempo. Abbiamo oltre trenta partner e più di 80 mentor e expert che mettono le loro competenze al servizio dei progetti che selezioniamo. Con le loro competenze contribuiscono a far crescere i team imprenditoriali e le loro idee, e allo stesso tempo vedono progetti interessanti e utili interagendo con persone di qualità.
Possiamo quindi definirla una rete di sostegno e di sviluppo. Non correte però il rischio di esaurire le vostre potenzialità e quindi di non poter più accogliere nuove imprese?
Si, vorremmo fare molto di più e potremmo farlo se trovassimo più sponsor e sostenitori per far crescere l’organizzazione. Per ora abbiamo una crescita organica basata sul progressivo coinvolgimento di persone e organizzazioni partner. Proprio per questo siamo sempre aperti alla collaborazione con nuovi soggetti, compresi venture capitalist e business angel a impatto. Inoltre, organizziamo diversi momenti di incontro, ad esempio con investitori e mentor, proprio per allargare la nostra rete di sostegno e ampliare la nostra capacità operativa.
Il prossimo evento di questo tipo, quando sarà?
Sarà martedì 20 dicembre dalle 18.30 alle 22 a Cascina Cuccagna, a Milano. È un momento di incontro aperto a chiunque voglia conoscerci più da vicino. La aspettiamo.
Volentieri. Mi sembra di capire che sarà anche la festa per i vostri primi undici anni…
In un certo senso, la possiamo intendere così, visto che siamo nati nel 2011. Siamo coetanei del suo evento Tecnologia Solidale alla Camera dei deputati…
Vero, ma di questo parleremo in un altro post. È invece interessante capire la relazione tra SIT – Social Innovation Teams e SIM – Social Innovation Monitor, altra iniziativa da lei fondata e coordinata. Possiamo dire che sono realtà sorelle?
Si, esatto, Social Innovation Monitor è un team di ricercatori e professori di diverse università italiane e non, uniti dall’interesse per l’innovazione e l’imprenditorialità a significativo impatto sociale. Entrambe le realtà, quindi, promuovono le imprese sostenibili e a impatto, ma SIM lo fa attraverso la ricerca, la formazione/divulgazione e la consulenza.”
Capire e agire. Mi sembra la postura più adatta a questi tempi complicati e difficili, nei quali tutti siamo chiamati ad assumerci più responsabilità, qualsiasi sia il ruolo o la funzione che svolgiamo.
Lei ha colto lo spirito che mi spinge e che ci spinge.
Progetti per il 2023?
Troppi. Ma faccio fatica a rilassarmi, perché anche se ormai di questi temi parlano tutte e tutti, il tempo stringe sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista sociale. Non stiamo facendo abbastanza e non lo stiamo facendo con la necessaria urgenza e con il necessario coordinamento. È giunto credo il momento di unire le forze tra chi crede veramente nei valori che stanno alla base dell’impegno sociale e ambientale. Serve maggiore massa critica, anche per bilanciare il rumore creato dalle tante organizzazioni che si stanno approcciando a questi temi solo perché non possono più farne a meno o per interesse.