“Abbiamo scelto di finanziare la nostra crescita con il crowdfunding perché vogliamo condividere con il pubblico il nostro modo di fare impresa che parte dalle persone per rendere più belle le città in cui viviamo. Con la nostra campagna di equity crowdfunding, puntiamo a consolidare Ridaje: investiremo sul progetto Ridaje House, nell’acquisto di beni strumentali, aumenteremo il numero delle persone che lavorano con noi e comunicheremo un po’ di più chi siamo e cosa facciamo.”.
Cominciamo da qui, Lorenzo Di Ciaccio. Chi siete e cosa fate? Che cos’è Ridaje?
“Con Ridaje diamo una seconda possibilità a persone come ex detenuti o senza fissa dimora di Roma, li formiamo e gli diamo l’opportunità di lavorare come giardinieri urbani.”.
Tu sei un imprenditore sociale seriale, oramai…
“Antonio, tu sai come è nata Pedius la mia prima attività come imprenditore sociale e sai qual è lo spirito che mi anima: dimostrare che si può fare impresa in modo diverso, massimizzando l’impatto e non solo il profitto, sviluppando modelli di business inclusivi. Sono curioso e inquieto…”
Positivamente inquieto, direi…
“… spero di sì! Per questo nel 2019 nasce Ridaje, da un’idea iniziale mia e di Luca Mongelli, con il quale abbiamo messo insieme un gruppo fondatore di 19 soci, coordinati da un team di professionisti con una forte esperienza nell’imprenditorialità sociale.”.
Ho visto, leggendo la presentazione della campagna di equity che Ridaje nasce come spin-off di un progetto di ricerca europeo dedicato al tema dei processi di empowerment e abilitazione allo sviluppo integrale promossi dalle imprese sociali.
“Sì. Ridaje è nata dall’incontro tra la mia esperienza di volontario Caritas, l’esperienza imprenditoriale e il mondo della ricerca dove Luca lavorava da anni. Abbiamo studiato assieme i fattori che portano una persona a rialzarsi e reinserirsi nella società. È la dimostrazione di come fare ricerca non sia una perdita di tempo, ma fornisca le basi per agire concretamente…”
…e voi tempo non ne avete perso, in questi quattro anni. Avete formato 50 giardinieri. Otto lavorano con voi e altrettanti presso altre aziende.
Avete recuperato oltre 50.000 mq di verde pubblico a Roma in stato di abbandono…
“…Siamo una goccia nel mare del bisogno, perché a Roma si calcola vi siano 15.000 persone senza fissa dimora. Un esercito! Noi facciamo la nostra piccola parte e vogliamo farla sempre di più. Per questo abbiamo deciso di attivare questa campagna di raccolta di equity crowdfunding.”
Siete anche un esempio di cittadinanza attiva, perché cercate sempre di coinvolgere altri…
“Attraverso il nostro personale offriamo servizi di giardinaggio per riqualificare aree verdi pubbliche in stato di abbandono, ma da soli non andremo lontani. Per questo ci rivolgiamo ad aziende, associazioni e comitati di quartiere che hanno a cuore il territorio romano e vogliono prendersene cura. Adottiamo gli spazi verdi per loro conto e, grazie ai nostri giardinieri, li riqualifichiamo e li manteniamo curati. Siamo a 18 aree verdi adottate, oltre 115.000 euro di progetti di riqualificazione e manutenzione urbana realizzati grazie al supporto di aziende private e negli ultimi tre anni abbiamo generato 700.000 euro di impatto sociale.”
Insomma, Ridaje realizza un impatto sociale potente: dai un’altra chance a chi ne ha bisogno e ti prendi cura di Roma. Impresa necessaria, con la diminuzione della manutenzione del verde urbano e con l’aumento dell’area in stato di abbandono, la previsione di spesa del Comune di Roma è di oltre 50 milioni di euro.
“Così concretizziamo il nostro sogno di una città migliore. Da un lato il 34% delle persone senza fissa dimora lo sono da più di 5 anni, principalmente per la difficoltà a trovare un lavoro e lo stigma che comporta l’aver avuto un passato difficile. Al tempo stesso, ci sono l’equivalente circa di 6.000 campi di calcio verde pubblico, di cui si prendono cura solo 164 giardinieri: oltre il 90% non è mantenuto.
Per questo dal 2014 il comune di Roma consente l’adozione di aree verdi comunali con l’impegno di curarle secondo precisi standard…
“Sì. Dal 2014, 95 aree sono state adottate, per un totale di 97 ettari: c’è ancora tanto da fare.”
A questo proposito, torniamo alla campagna di equity crowdfunding, che è iniziata il 31 agosto. Quanto durerà?
“Due mesi.”
Tra gli obiettivi della campagna quale ti sta più a cuore?
“Se devo proprio sceglierne uno, scelgo “Casa Ridaje”, perché è uno spazio sicuro, nel quale i senza fissa dimora trovano un luogo distaccato e protetto dove essere accolti lontani dalle minacce della strada. Trovare una casa in affitto a Roma è molto difficile soprattutto per chi ha iniziato a lavorare da poco, vengono chieste referenze inarrivabili per loro e questo li porta alla rassegnazione e li fa credere che la loro unica possibilità siano i centri di accoglienza. Avere una casa propria è il primo passo verso una vita nuova…ma vorrei aggiungerne una cosa, se posso…”
Puoi. Anzi, devi…
“Grazie! Noi puntiamo a consolidare il nostro modello di business, perchè per quanto bello che sia un progetto la sostenibilità economica è necessaria, per questo vogliamo strutturarci in modo da poter gestire appalti pubblici e lavori privati come la riqualificazione degli spazi adiacenti le stazioni. Un esempio? Dopo aver vinto il bando di open innovation “Tutte le strade iniziano a Roma” di Ferrovie dello Stato, siamo entrati nel loro programma di accelerazione. Diventando più solidi e quindi più strutturati, potremo fare sempre di più del bene per la collettività.”
Solido è il nostro aggettivo preferito. E allora, daje, Ridaje!
Antonio Palmieri