HandicApp. Non è una brutta parola, ma un modo per essere solidali

Immagina di avere la passione di cenare fuori con i tuoi amici.

Immagina di avere una spiccata per i ristoranti multietnici, specialmente quelli giapponesi.

Immagina di pesare quasi cento chili, perché sei in carrozzina, causa atrofia spinale (Sma). Di conseguenza prima di prenotare al ristorante chiedi sempre se ci sono barriere architettoniche all’ingresso. Troppo spesso, però, arrivato al ristorante, trovi il locale inaccessibile e sei costretto ad andartene.

Poiché a Matteo Caronni, 37 anni, originario di Tradate (Varese), succedeva proprio questo, una sera dell’estate 2018 ha deciso di progettare una app che fornisse informazioni sui ristoranti accessibili 

a persone in carrozzina.

Dopo cinque anni di lavoro, dopo aver superato ostacoli di logistica, Covid, problemi economici, ora finalmente HandicApp Official è scaricabile negli store digitali.

HandicApp è una app collaborativa. Tu, io possiamo arricchirla, recensendo ristoranti e bar. La mappatura è potenzialmente su scala globale, perché permette di trovare ristoranti, pub e bar in località italiane, europee ed internazionali.

La valutazione dell’accessibilità si basa su tre criteri: la presenza di barriere architettoniche; l’altezza del tavolo e la facilità di utilizzo delle posate; la presenza di un bagno spazioso per disabili.

Una volta scaricata HandicApp sul proprio dispositivo, per ampliare il database dei locali basta inserire foto delle entrate e dei tavoli; indicare la presenza o meno dei servizi per i disabili; lasciare una recensione. Se il locale rispetta tutti i requisiti, allora riceverà cinque stelle; nel caso peggiore solo una. La somma del voto e della recensione restituisce la valutazione del locale. 

Come da otto anni e mezzo tante volte ho raccontato in Tecnologia solidale, anche HandicApp nasce dal desiderio di dare risposta a un bisogno personale,  proponendo una soluzione buona non solo per sé ma per tutti coloro che sono nella stessa condizione di difficoltà.

Inoltre, così come un sito accessibile è un sito più usabile per tutti, allo stesso modo le informazioni contenute in HandicApp sono utili non solo per le persone disabili, ma anche per mamme con figli piccoli in passeggino, per persone anziane o per chi ha temporaneamente difficoltà di deambulazione.

In conclusione, come scrive Alberto Galimberti su Il Segno, rivista della diocesi di Milano, Matteo Caronni “ha rovesciato una debolezza oggettiva in un punto di forza” e lo ha fatto “provando a trasformare la rete in comunità, la condivisione virale in concreta solidarietà.”

Anche l’esperienza di Matteo dimostra che la tecnologia ben adoperata aiuta a superare i limiti e a trasformare un male in un bene. Una consapevolezza che speriamo sia condivisa anche alla prima edizione di EXPOAID, evento organizzato dal ministero della disabilità sulla piena attuazione della Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità, che si tiene questa settimana a Rimini.

Ribadiremo il concetto venerdì 29 settembre a Italian Tech Week, nel panel denominato “il Tech solidale”, assieme a Ridaje e a Vaia, moderati da Eleonora Chioda. Per chi vuole e può, ci vediamo lì.

P.s. Matteo Caronni è giornalista sportivo professionista di Telelombardia, dove ha cominciato a lavorare nel 2009, prima da stagista e poi affermandosi come giornalista. A suo tempo è diventato l’unico conduttore disabile della Tv italiana. O il primo?

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