La Casa delle Rinasc!enze. Scopriamo insieme cos’è.

“Quando un ragazzo o una ragazza si sentono in un vicolo cieco, c’è bisogno di un luogo dove sostare per ri-organizzare la propria vita. Una sosta per un tempo definito, per rigenerarsi e poi ripartire. Questo luogo è la Casa delle Rinasc!enze…”

Mino Spreafico, pedagogista e formatore, docente di Pedagogia all’Università Cattolica di Brescia, ha gli occhi che brillano, mentre mi racconta di questo nuovo progetto. Di che si tratta in dettaglio professor Spreafico?

“La Casa delle Rinasc!enze è un luogo di sperimentazione di vie innovative per trasformare la vita e farla passare da una condizione “senza potere” (disempowerment) ad “apertura di nuove possibilità” (empowerment).”

Vale a dire una sorta di clinica o un campus di attivazione motivazionale? 

“Nulla di tutto questo. Come dice il nome, è precisamente una casa! Un luogo dove, soprattutto, vivere insieme. Perché è la relazione la via attraverso cui si compie la trasformazione positiva la via di uscita. Vogliamo immettere, con delicatezza, relazione nuove in un soggetto o in un gruppo di persone che si sentono smarrite, fallite o incapaci di vedere il futuro.” 

Però alla base vi deve essere il desiderio delle persone di uscire da una situazione di difficoltà, di stallo, di dolore…

“Certamente. Occorre andare a costruire attorno a questo desiderio, procedendo a piccoli passi, per obiettivi…ma questo avviene all’interno di una relazione e in un contesto di grande bellezza e pace, che offre allo sguardo e all’animo la possibilità di aprirsi, di spaziare, di contemplare un orizzonte pensando a un futuro pieno di possibilità”.

Dove si trova, esattamente, la Casa? 

“Nel quartiere genovese di Pegli. Villa Giuseppina era un luogo di accoglienza e condivisione: ospitava i Padri Saveriani in partenza o di ritorno dai Paesi di missione.”

Ho letto che dopo anni di inattività e abbandono, è stata concessa in comodato d’uso a COMM.ON!, Associazione di Promozione Sociale che promuove e sostiene le iniziative della Generatività Sociale, e oggi riprende a vivere come Casa delle Rinasc!enze….

“Grazie alla generosità dei padri Saveriani, stiamo lavorando per una Casa viva, abitata, aperta, fraterna, pensata per e con i giovani. Un luogo di ricerca, sperimentazione, dialogo e bellezza. Un ambiente famigliare, amichevole e generativo, dove operano competenze professionali specifiche.”

A chi è rivolto il progetto?

“A giovani adulti dai 18 ai 32 anni, che attraversano una fase di disorientamento rispetto al senso e al desiderio della propria vita o che si trovano a confrontarsi con situazioni sociali ed esistenziali di sofferenza, difficoltà e trauma.”

Quanto tempo questi giovani possono rimanere nella Casa?

“Verranno offerti periodi residenziali – da un minimo di 3 ad un massimo di 9 mesi – in un contesto alimentato da una ricca attività di animazione sociale e culturale, in relazione con coetanei e figure di riferimento, in un luogo di grande bellezza. Già 20 ragazzi frequentano oggi Segnavento, il centro di psicoterapia gratuita che qui ha sede ed è pienamente coinvolto nel progetto.”

Ho visto che il Centro di Psicoterapia è coordinato da Tommaso Magatti, psicoterapeuta ad indirizzo Psicanalitico formatosi alla scuola diretta da Massimo Recalcati

Possiamo dire che la psicoterapia trova il “cosa”, ma poi è questo stare insieme in modo guidato che indica il “come” uscire dalla fase critica in cui ci si trova?

“Lo possiamo dire. Come ho detto, la Casa delle Rinasc!enze offrirà accompagnamento alla scoperta dei propri talenti…”

…Come?

“Attraverso la condivisione di pratiche artistiche, musicali, sportive ed esperienze immersive nella natura;

percorsi di sostegno psicologico o di psicoterapia personalizzati;

percorsi di orientamento professionale. Tutto questo in un ambiente familiare, amichevole e generativo, guidato da persone con competenze professionali specifiche. La Casa nasce soprattutto per persone che sono in una fase critica della propria vita, ma anche per persone che in modo professionale si dedicano al prendersi cura di altri. Anche in questo caso, abitare per qualche tempo una casa, concedersi un periodo “sabbatico”, pur limitato, ci sembra essere una proposta di grande interesse.”

È già tutto operativo?

“Per completare l’avvio del progetto stiamo intervenendo sugli spazi della villa, per renderli adeguati all’accoglienza.”

Immagino che tutto questo avrà un costo…

“La ristrutturazione prevede una spesa di 100.000 euro: 60.000 per l’impianto di riscaldamento e 40.000 per l’arredo di 10 stanze con bagno.” 

Come si può contribuire? Con una donazione?

“Stiamo facendo una campagna per questo. La donazione deve riportare come causale: erogazione liberale per Villa Giuseppina e va intestata 

A: Associazione COMM.ON!

IBAN: IT 64 G030 6909 6061 0000 0151 232 Banca Intesa Sanpaolo. In questo modo si usufruirà anche dello sconto fiscale.”

La preoccupa l’entità della somma da recuperare?

“È certamente una cifra importante, per questo serve l’aiuto di tutti coloro che vogliono condividere un progetto innovativo, che vuole dare una mano concreta al recupero di quella difficoltà esistenziale che prende oggi molto giovani e che noi vogliamo rimettere in movimento positivo, formando piccoli gruppi che desiderano “muoversi con i piedi, per arrivare alla testa”.

Vale a dire?

“Alla vita intensa e comune, in un contesto organizzato per accogliere stimoli nuovi, si unisce una attività continuativa di laboratori avviati nella casa ma rivolti al territorio (bambini, studenti, genitori…), perché dedicarsi agli altri fa riscoprire risorse nascoste. 

Quindi si ritorna a fare un punto nella Casa, accettando luci e ombre delle relazioni umane, successi e paure della vita reale, per riaccendere una nuova traiettoria di vita, un desiderio di vita nuova.

Il percorso prevede poi un “lasciar andare” ovvero suscitare l’avvio di un nuovo progetto.”

Vita interna, quindi esperienze esterne e infine ritorno nella casa per rielaborare e impostare una fase nuova della vita. Un’ultima curiosità. Perché si scrive Rinasc!enze, con il punto esclamativo o è una “i” rovesciata?

“Valgono entrambe le interpretazioni grafiche: la i rovesciata induca il cambio radicale di prospettiva che noi proponiamo ai giovani. Il punto esclamativo indica la bellezza e la scossa generativa, anzi, ri-generativa, che questa esperienza produce.”

Mentre ci salutiamo, Mino mi ricorda che tutto questo non parte da zero, ma sta dentro un inquadramento di senso 

(non tanto teorico) che è l’applicazione dei 4 verbi della Generatività sociale su cui da almeno 15 anni lavora un gruppo di esperti di varia provenienza. 

Quali sono questi quattro verbi e chi sono questi esperti?

“I quattro verbi sono: Desiderare; Mettere al mondo; Prendersi cura; Lasciare andare. Uno più bello e più impegnativo dell’altro, specialmente l’ultimo…mentre i professionisti in campo e che operano presso la Casa delle Rinasc!enze sono: Mauro Magatti, Chiara Giaccardi, Tommaso Magatti, Jacob Aboukhalil, Gianfranco Marcucci, Johnny Dotti.”

E tu, Mino Spreafico… grazie!

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